QUEL GIORNO
Era una tiepida giornata di primavera e nonna Paola decise di andare a lavorare in quello che lei chiamava pomposamente “il mio orto”. Si sentiva libera in quel pezzetto di terra preso in affitto.
Arrivata all'orto, dopo essere entrata, si appoggiò con le spalle al cancello chiuso e fece girare lo sguardo tutto attorno. Prima, osservò lo spazio tenuto a prato, per permettere a...
IL MISTERO DEL CERTOSINO
La vita tranquilla, al numero dodici di piazza Torquato Tasso, rasentava la noia. Varcato il portone di legno, si poteva vedere, nell'androne, la guardiola della portineria. Storia antica ormai. Il palazzo di foggia signorile in passato si era avvalso della collaborazione di una portinaia che accoglieva tutti i condomini e gli ospiti, si relazionava con postini e corrieri, recapitava la...
CASA ORTENSIA
La casa di riposo “Ortensia” occupava due piani di un vecchio edificio grigio e anonimo situato, tra altri simili, lungo una stretta strada lastricata, nel centro del paese. Alti muri intonacati a calce delimitavano il cortile adiacente all'edificio dove, nella bella stagione, gruppi di anziani persi nelle loro solitudini trascorrevano le ore del giorno all'ombra di vecchi platani. Uno...
TERRORE NELLA NOTTE
-Sei sveglia? - aveva bisbigliato Enrico, pizzicando la trapunta.
-Mmm... - aveva risposto Ornella, poi aveva spalancato gli occhi.
-Gridano, dev'essere arrivato papà! Non ho sentito la macchina, devo essermi addormentato subito, ero stanco.
-È notte tardi?
- Non so. Ho sentito sbattere, sembra che spostino i mobili là sotto. Dovevamo scappare da un'altra parte:...
IL CERVELLO IN UNA MORSA
Da un po’ di tempo Ginòta aveva l’impressione di essere osservata mentre andava nell’orto a togliere l’erba o andava nei boschi per funghi. Si era detta che alla sua età e dopo tanti figli non doveva più preoccuparsi per i giovanotti che facevano i cascamorto puntando a un unico scopo: portarsi a letto la giovane che si faceva abbindolare dalle loro belle parole.
Ora per...
LA FINESTRA DI FRONTE
Pierre entrò nella stanza provando un senso di sollievo. Si guardò intorno pensando a tutte le cose che si era lasciato dietro: mobili, quadri, ninnoli che tanto piacevano a Marie. Era stata una decisione drastica, ogni cosa parlava di lei. Ora il tempo trascorso, l’arredamento ridotto all’essenziale e il cambiamento di quartiere lo aiutavano a riappacificarsi con il destino che...
GI SPIRITI
Pino tentò di battere i pugni contro la porta, emise un grido con l’ultimo fiato che gli restava e si accasciò a terra.
Teresia si rizzò a sedere sul letto, si stropicciò gli occhi, guardò fuori dalla finestra: tutto era buio e silenzioso nella notte calda. Accese la luce sul comodino, cercò le pantofole e andò in cucina a bere. Controllò che i figli fossero nei loro letti,...
Sinfonia della vita
Luigi camminava già da un bel po’, la citta era deserta, l’asfalto molle per il caldo, la luce abbacinante e il silenzio totale; niente auto, niente sferragliare di tram, strombazzare di clacson, nessuna voce, nessun segno di vita. Persino i passerotti, quei pochi sopravvissuti allo smog della città, si erano ritirati all’ombra di qualche fronda. Lui camminava assorto, lento,...
IL TURNO
Maria uscì dalla fabbrica dopo il turno del pomeriggio, che era stato particolarmente faticoso. Le sue occhiaie la dicevano lunga sulla fatica di quelle otto ore: la catena di montaggio non concedeva sosta.
L'aria fresca del settembre inoltrato e il pensiero di correre a casa, dove l'aspettavano le sue due bambine e il marito, le diedero la forza di sorridere.
Quando entrò...
Occhi da Husky (indossare la maschera)
La prima nebbia di questo inverno caldo e polveroso s’insinua a tratti nella notte, tagliandole l’orizzonte mentre risale la collina.
“Chissà se ci riuscirò” mormora la donna tra sé.
All’uscita di Trana abbassa il finestrino: l’aria fredda le scompiglia i capelli corti e grigi, mentre cerca alla sua sinistra il campanile del piccolo santuario. Lo intravede....
LA STANZA DI ZIA ROSA (Aprire una porta)
Nel mio mestiere le chiamate arrivano in qualsiasi momento, anche nel mezzo della notte, quando il presentimento s’insinua nel sonno e un attimo prima del ronzio del cellulare ti strappa da un sogno tormentato solo per sprofondarti in una realtà peggiore. Stanotte mi è toccato più da vicino: qualche figlio di cane s'è portato via zia Rosa con sette coltellate furiose. Sette coltellate...
GLI INFERNOTTI (breve)
Nell’estate del 1962 Ester aveva dodici anni. In quel caldo pomeriggio fremeva d’impazienza. “Ciao ma’, vado da Giorgia” gridò, già sulla porta. Non sentì la risposta, stava già volando sulle scale, dalle soffitte al primo piano, dove suonò il campanello dell’avvocato Frullano. “Eccomi” disse Giorgia, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle. “Hai preso le chiavi?”...
RISALIRE LA MONTAGNA
“Erano arrivati troppo tardi”, disse il medico. “O troppo presto”, pensò Enrico, dipendeva dai punti di vista.
Quel Natale aveva portato la prima neve nella vallata: ne era caduta molta, proprio la notte della vigilia. Nel paesino incuneato fra alte montagne, la vita si era fermata, la gente si era barricata in casa dopo aver scavato i sentieri indispensabili per raggiungere i...
Capuleti e Montecchi
Quando Maddalena e Bartolomeo decisero di sposarsi, in casa di lei scoppiò il finimondo. Il padre era contrario e fu faticoso fargli cambiare idea; sua madre non aveva voce in capitolo e quindi tacque; i suoi fratelli e le sue sorelle si spaventarono a morte e quindi tacquero.
I Pecchio abitavano a Nichelino e avevano un'attività legata alla macina del grano. I Barbero abitavano a...
monastero degli orfani due
Quella mattina il vento sembrava investirli; non era freddo, ma Felicita ficcava il naso sempre più in giù, nelle pieghe della sciarpa stretta intorno al viso, per nascondere a Vittorio le sue lacrime: in quel cascinale lasciava i ricordi più belli, sapeva che non sarebbe mai più ritornata. Ci volle un giorno di treno per giungere al monastero. La signora che li accompagnava non le...
MONASTERO DEGLI ORFANI
Avevano avuto un’infanzia segnata dalla miseria e dall’emarginazione. La loro era una famiglia povera, e vivevano alla periferia di un piccolo paese, in una specie di cascinale abbandonato, che i loro genitori avevano occupato abusivamente, prima che Felicita e il fratello Victor venissero al mondo. Della prima infanzia, trascorsa tra i campi e gli animali che allevavano per avere un...
CELESTINA
Felicità non è avere tutto ciò che si desidera, ma desiderare tutto ciò che si ha. (Oscar Wilde)
La giornata di primavera, col leggero venticello che fa volare petali e soffioni, induce alle passeggiate. Parecchie signore si accompagnano chiacchierando, mentre cercano una panchina libera per riposarsi. Alcune si fermano, attratte da una strana fioritura...
IL PRATO
Lo studio era immerso in una luce soffusa, apparecchi diagnostici di ultima generazione a ogni parete e un profumo di dopobarba speziato, di buona qualità. Si sedette su una poltrona di pelle nera, ma su quel sedile, seppur comodo, non riusciva a trovare una posizione: l'attesa la innervosiva, sentiva stringersi lo stomaco. Dopo pochi minuti entrò il medico, un luminare, uno famoso, che...
CHI GIUDICA CHI
Da qualche tempo, terminato il lavoro notturno, sentiva il bisogno di immergersi nelle acque del Tevere. Quando le colpe si alternavano tra vittime e carnefici e lei doveva comunque giudicare e punire, sentiva il sangue bollire sotto la pelle e nella testa un vorticare di vespe, allora le tornava alla mente lo scorrere di quell'invitante acqua fresca. Era un piacere rubato cui non le...
L'ULTIMA NOTTE
Potevo scegliere di lasciarti andare, in quella lontana estate, quando eravamo nella nostra bella casa a due passi dal mare. “Questa sera non rientro per cena, mangio una pizza con gli amici” mi dicesti con il tuo sorriso accattivante, ma i tuoi occhi sfuggivano ai miei. Credo di aver intuito subito che mi stavi mentendo. Ma non dissi nulla. Tornasti a notte fonda, con un profumo...