DALLA PARTE GIUSTA
Quel mattino la nebbia era fitta e il gelo aveva ornato di fili argentati i rami spogli degli alberi. Gli uomini erano schierati di fronte all’ufficio, le mani in tasca per riscaldarsi, i berretti calati in fronte. Le nuvole di vapore dei loro fiati si mescolavano al fumo delle sigarette.
Ercole, al di là dei vetri, li guardava passandosi la mano tra i capelli: un gesto che faceva...
QUARANT'ANNI DOPO
17 settembre 1977, dopo sessantotto giorni di scuola di addestramento reclute, nel centro specializzati truppe corazzate presso la caserma Nacci di Lecce, arrivai con un folto gruppo di commilitoni a Palmanova, città monumento nazionale, dove in due separate caserme circa ottocento militari svolgevano il loro servizio di leva. Lì avrei trascorso i prossimi dieci mesi.
La naja, a...
NON SI AFFITTA AI MERIDIONALI
L'arrivo alla stazione Porta Nuova ha in sé qualcosa di strabiliante. La grandiosità dell'edificio che accoglie i treni in arrivo da tutta l'Italia, carichi di bagagli, di uomini e speranza, lascia a bocca aperta Giorgio.
Sulla banchina del binario numero 9 ci sono i suoi fratelli, Federico e Giuseppe, ad aspettarli. Con lui...
IDI DI MARZO
La figura di Luca Zingaretti sembra uscire da un lungo e oscuro tunnel, mentre legge la lettera di Aldo Moro alla moglie: “Mia dolcissima Noretta, dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo.”
Quanto potere hanno le parole, quando nascono vere, sono una malattia...
ANTICHI RIFLESSI
Nel vasto cortile i segni dell’abbandono ci sono tutti: dalle tettoie spuntano sedie rotte, un tavolo sbilenco, damigiane spagliate, una stufa a legna con uno sportello divelto; attrezzi da lavoro arrugginiti, tra cui un erpice e un aratro che da almeno vent’anni non sono più utilizzati, giacciono tristi in un angolo. Le porte e le finestre della grande casa sono sbarrate, i balconi...
PRESENZE
Quando comunicai ad amici e parenti che, sposandomi, sarei andata ad abitare in casa di mio marito e della sua mamma, tutti mi diedero della pazza.
«…Una ragazza libera e indipendente come te va a chiudersi in casa con la suocera? Tu non ragioni, hai perso il lume, sicuro! E' una cosa che facevano i nostri vecchi, andare a vivere nella casa dello sposo e sottostare alle angherie di...
IL CASTELLO
La strada che partendo dall’Aurelia porta sulle alture che dominano la spiaggia di Bergeggi si dipanava assolata tra ulivi e muri a secco.
Eravamo di ritorno da una vacanza in campeggio e mio padre aveva proposto di fermarci a Bergeggi dove abitava una cugina. Ricordavo vagamente di essere stata ospite parecchi anni prima di quella famiglia: in quel giorno avevamo fatto un giro in...
per te
Passeggiando nei sogni, ti parlo con l’anima.
Non so se piango o gioisco per te.
La mia mente ritorna a un tempo lontano
quando da piccola mi tenevi per mano.
Rivedo i tuoi occhi nella loro bellezza infinita,
come allora riflettono ansia, timori e amore,
ma sono sempre loro la luce del mio cammino.
Penso che ora è tutto come quel...
UNA CASA CI VUOLE
Capita a volte passando in qualche zona del Piemonte che mi torni in mente una vita precedente e se comunico a un eventuale compagno di viaggio i miei pensieri ripeto sempre che prima o poi dovrò mettere per scritto i miei tanti traslochi. Posso chiamare casa, intendendo casa mia, ogni luogo in cui ho abitato? Direi di no, ho più che altro la sensazione di essere nomade. Quando ero giovane...
UNA SCELTA DIFFICILE
L’enorme palla di ferro da demolizione si abbatté sulla casa con un tonfo sordo.
I muri stettero un secondo come attoniti, poi si frantumarono in mille pezzi, schegge di vetri volarono nell’aria brillando ai raggi del sole.
Il ferro colpì più volte i muri sbrecciati: alla fine non rimase altro che un mucchio di detriti da cui si sprigionava una polvere...
Io e i miei colleghi
Ada e Tazio si avvicinano alla vedova:
– Mi spiace tanto, Scupo era una colonna per noi – mormora Ada, prendendo le mani di Agostina, detta Augusta Taurinorum per il suo vizio di infilare un “nè” ogni quattro o cinque parole. La donna ha gli occhi gonfi, ma come sempre la contraddistingue una generosa passata di rossetto color fragola sui labbroni, con un discreto riversamento...
FRA L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA
Gli anni settanta: John Lennon pubblica Imagine, gli Eagles pubblicano Hotel California, I Pink Floyd pubblicano The Wall. Nascono gli U2, gruppo musicale con cui avrei ballato e mi sarei innamorata tempo dopo. Il mio mondo era quello. Fra la musica, le feste in casa di qualcuno, ancora non mi era permesso di frequentare una discoteca, e all’epoca ce n’erano poche in Tegucigalpa,...
L'INCUBO DEL VENERDI'
Il venerdì mattina era un incubo andare a scuola per gli alunni delle classi elementari. Anche se si cercava di far finta di niente, di non sentire, di estraniarsi, di far rumore più del dovuto, le urla strazianti, i pianti e le implorazioni giungevano alle orecchie di tutti i bambini. Era un bel dire che lo si faceva per il loro bene, che ci voleva coraggio e bisognava essere forti, che...
IL CORTILE
La strada che da San Secondo conduce a Prarostino attraversa alcune borgate, Rocco, Collaretto, Ruata: gruppi di case abbarbicate sull’altura. In basso, la pianura si stende a perdita d’occhio. Quando c’è nebbia, lassù risplende il sole e la Rocca di Cavour sembra un’isola che galleggia in un mare di ovatta.
A Ruata c’è un antico lavatoio e una fila di case costeggia la...
NA RUMANZA
Una mamma molto malata chiamò in suo aiuto uno dei suoi figli.
“Cicà, vieni ammamma, vienim aiuta.”
Ma la cicala le rispose:
“Oj mà, staju priparannu canti e abballi, lassami stà.”
La mamma allora chiamò la formica.
“Furmichè, vieni vi ca signu malata.”
Ma la formica le rispose:
“Oj mà, iu nun puozzu veniri, staiu...
IL PADRE
Pietro era bello, non c'è che dire, alto, spalle larghe, capelli nerissimi, naso dritto e soprattutto uno sguardo buono, dolce, allegro. Amava stare in compagnia, bere a volte anche qualche bicchiere in più, dopo aver lavorato duramente tutta la settimana.
Alla domenica si sbarbava con cura, indossava la camicia bianca e si infilava in tasca un fazzoletto, su cui aveva versato...
LA PRIMA MOTO NON SI SCORDA MAI
Una sera di fine aprile, Aldo tornò a casa eccitato e sorridente; non poté trattenersi dal raccontare che aveva conosciuto uno che voleva vendere una moto di seconda mano: il prezzo sembrava buono e quel sabato si sarebbe potuto concludere l'affare, se la moto fosse risultata in buono stato.
Per alcuni giorni, in casa, non si parlò d'altro: l'eccitazione aveva contagiato moglie e...
MIO PADRE
Mi tiene per mano, sulla riva del mare. Io ho due o tre anni, non mi piace bagnare i piedi nell'acqua gelida e stiamo distanti dall'onda. Il fotografo ci ritrae mentre camminiamo, non amo mettermi in posa, nelle foto di quel periodo sono sempre imbronciata. Guardiamo lontano, la tesa del berretto ombreggia in parte il viso di mio padre.
Mi ha tenuto sempre per mano, nelle difficoltà,...
LE CICATRICI
Il mio papà guidava orgoglioso una Vespa verde pallido; mio fratello, in piedi sul predellino, si reggeva al manubrio, con gli occhi stretti e il naso arricciato per resistere all’aria. Mio padre era il centauro e guidava sicuro; io dietro, al riparo, sorretta da mia madre, che portava vestiti a fiori dalle gonne ampie per poter stare a cavalcioni. È così che penso alla mia famiglia...
MIA MADRE, QUESTA SCONOSCIUTA
La pioggia cadeva incessante in quella primavera che non si decideva ad arrivare. Nella stanza era calato il buio, il silenzio era rotto solo dal respiro affannoso che proveniva dal letto con le sponde metalliche. Più che in una camera da letto pareva di essere all’ospedale, con il carrello porta flebo, le bombole di ossigeno e i tanti farmaci allineati in bell’ordine sul...