CARO AMICO

Beinasco, 28 gennaio 1967
Ciao Cristiano,
sono Daniela, una ragazza di sedici anni che vive in un paese della cintura di Torino. Ovviamente ti scrivo per rispondere all’inserzione e cercare di discutere con te sull’argomento piuttosto insolito che hai presentato in una rivista.
Ti chiederai: “Come mai questa Daniela non ricorda neanche di che rivista si tratti?” E qui viene il buffo, perché l’inserzione non l’ho letta io, ma la mia prof di pedagogia. Qualche giorno fa, suor Felicita si avvicina a un gruppo di compagne (me compresa) e comincia a raccontare che un ragazzo di Roma, secondo lei con molto coraggio di questi tempi, ha scritto a un giornale, dichiarando di studiare volentieri in una scuola gestita da religiosi.
Poi ha chiesto a noi: “E voi che ne pensate? Come vi trovate in questa scuola?” Abbiamo abbassato la testa, non sapendo se dirle la verità, o cercare una risposta con molti giri di parole per non deluderla.
Suor Felicita, accorgendosi del nostro impaccio, ci ha anticipate:
“Già, voi siete qui solo perché l’hanno deciso i vostri genitori e non vi siete opposte…” Sotto voce una compagna ha detto: “Perché, tanto cosa cambiava?” A quel punto, ho fatto cenni affermativi con la testa.
Dopo di che, Suor Felicita ha aggiunto: “Be’, se volete, posso darvi l’indirizzo di questo ragazzo, magari scambiare qualche idea con lui può esservi utile; naturalmente prima parlatene a casa.”
Per non lasciar cadere malamente la sua proposta (visto che è l’unica insegnante con cui riesco a parlare) le ho detto che ci avrei pensato ed eventualmente avrei chiesto il tuo indirizzo.  Ed eccomi qui!                                                                                                                             
Se vuoi spiegarmi perché hai scritto quella cosa, sono pronta a cercare di capire il tuo punto di vista. Se pensi di farti prete, discorso chiuso.                                                                                  
Ciao,
Daniela

Roma 20/2/1967
Ciao Daniela.
La tua lettera, rispetto ad altre, mi ha incuriosito e divertito, l’ho trovata insolita e molto diretta.  
Ti rispondo con un po’ di ritardo perché ho ricevuto un certo numero di lettere, così, dopo averle lette tutte, ho scelto a chi rispondere per continuare la corrispondenza.                                                      
Intanto mi presento: ho quasi diciannove anni e frequento l’ultimo anno del liceo scientifico presso un istituto degli Scolopi. Ho scritto quello che la tua insegnante ti ha riferito perché lo penso veramente. Stimo e apprezzo quasi tutti i professori, li ritengo severi ma molto preparati nelle materie che insegnano.
Riguardo al metodo di insegnamento, da quello che mi raccontano i miei amici, non credo ci sia molta differenza tra scuola pubblica e privata. La troppa rigidità, in ogni caso, è incomprensibile e difficilmente accettabile per noi studenti.
Spesso, tra i ragazzi della nostra età, l’idea che passa è che nelle scuole religiose ci sia una mentalità ristretta e bigotta.  
Nella maggioranza dei casi sarà così, ma siccome la mia realtà è diversa, ho voluto far sapere il mio pensiero. Sai, voglio sentirmi libero di esprimermi, anche se a volte vado contro corrente: cerco di evitare i pregiudizi e i luoghi comuni.
Se ti è baluginato nella mente che io possa far parte dell’Azione cattolica o della Gioventù studentesca, ti sbagli di grosso, e men che meno penso di farmi prete, ho altri progetti!!!                                                                                                                    
Volevo solo cercare di farti capire che, a volte, la chiusura mentale esiste anche in chi la pensa in modo contrario. Comunque, la tua prof di pedagogia mi sembra una sveglia.                                                                                                                                          
Mentre ti scrivo, sto ascoltando alla radio una canzone dei Beatles: Yesterday. Mi sto appassionando alla musica inglese. Questo complesso mi piace molto. Tu conosci i Beatles? Ascolti la loro musica? O preferisci i Rolling Stones? Aspetto risposta.
Ciao,
Cristiano

Beinasco, 1/3/67
Ciao Cristiano.
Credo proprio che noi viviamo due situazioni completamente diverse. Nella scorsa lettera ti dicevo che l’unica insegnante con cui riesco a parlare e che non mi dà problemi è quella di pedagogia, tutto il resto è pazzesco. L’organizzazione della scuola è molto rigida: ingresso alle otto e messa tutti i giorni. A me e a un gruppo di ragazze è successo di arrivare in ritardo, per il fatto che abitiamo fuori città; siamo state convocate e ammonite, con la motivazione che la messa è parte integrante dell’orario scolastico, e quindi chi non arriva puntuale accumula assenze.
Così, devo partire da casa prima delle sette.                                                                                                          
Secondo me, quest’obbligo non fa bene a noi ragazze, credo che ci allontani dalla religione, almeno per me è così. Da quando entro in chiesa a quando esco, penso ai fatti miei. Mi alzo, mi siedo, m’inginocchio, imitando ciò che fanno le altre. Ho le ginocchia che non si possono guardare, non dico che ho i calli, ma quasi!            All’uscita di scuola c’è sempre una suora che controlla se ci sono ragazzi che aspettano. Anche questo non va bene. Ma le suore non sono furbe, perché i ragazzi si fermano un po’ prima e le fregano.                                                                                                        
Naturalmente controllano anche la lunghezza delle gonne: guai se l’orlo è sopra il ginocchio.                                                                                                                                    
La cosa bella è che mi sono fatta delle amiche, a scuola e sugli autobus; ogni giorno devo prenderne due, all’andata e al ritorno: uno intercomunale col capolinea in centro e un altro per raggiungere la scuola. Al mattino, quando salgo sul pullman, per prima cosa guardo se ci sono i soliti amici, così comincio bene la giornata.
Anche a scuola ho un gruppo di compagne con cui mi trovo bene, sia per aiutarci nello studio, sia per parlare dei cavoli nostri.
Hai capito com’è la mia storia? Puoi darmi torto se mi lamento della scuola?                                                                                             
Cambiando argomento, a proposito di musica, anch’io preferisco i Beatles ai Rolling Stones. Per me i Rolling Stones fanno un rock troppo duro, i Beatles li trovo più carini: mi piacciono tutte le loro canzoni.
Ciao,
Daniela 

Roma, 9/3/67
Cara Daniela,
nella tua scuola non si scherza, però anche nella mia ci sono un sacco di regole. Da noi al mattino la campanella suona alle 8,20 per l’ingresso e le lezioni iniziano alle 8,30. La mia puntualità dipende dal traffico che incontro…ora ti spiego.
La mia scuola è in centro, dalle parti di piazza Venezia e del Parlamento, mentre io abito allo sprofondo, vivo a Torrespaccata, una delle tante borgate di Roma. Prendo due mezzi se non c’è traffico, altrimenti uno che si avvicina al centro e poi circa tre chilometri a piedi. Anch’io esco di casa alle sette meno dieci. Ho due possibilità: prendere il C2 autobus, oppure il Tranvetto, che avendo le rotaie va per conto suo, ma ha un limite: arriva alle Laziali, stazione nelle vicinanze di Termini. Il viaggio è faticoso ma divertente, perché si riempie di studenti, alcuni che vengono nella mia scuola e nella mia classe, altri che frequentano altri licei.                     
A parte questi problemi, non me la passo male; i miei preferivano che scegliessi una scuola religiosa e io ho optato per questa perché ci sarebbe venuto anche il mio amico Marzio, ma non siamo capitati nella stessa sezione. Solo da quest’anno siamo di nuovo insieme, perché da due classi quarte si è formata un’unica quinta. Pensa quanti compagni sono stati bocciati e adesso non frequentano più il Nazareno.                                                                            
Anche per il mio istituto la messa è parte integrante dell’orario di lezione, ma per noi “fuorisede”, per non dire borgatari, non è più obbligatoria.
Andare dagli Scolopi mi permette anche di avere più occasioni per stare in città; sai, qui in borgata, quando si va in centro, si dice che andiamo a Roma.
Ci siamo trasferiti a Torrespaccata quando avevo circa quattro anni. Mi sono subito ambientato, perché c’era molto spazio per giocare all’aperto e anche nel mio giardino.                                                                                 
Non so se hai notato che il mio indirizzo è un po’ buffo: via Tor Tre Teste. Sai perché si chiama così? Perché la strada che termina nei pressi di via Prenestina ha una lapide piccolissima con tre teste di consoli romani.
Ora che ti ho raccontato un po’ di me ti saluto e ritorno a studiare.   Ciao
Cristiano

Beinasco, 18/3/67
Caro Cristiano,
hai presente che fra otto giorni è Pasqua? Quest’anno arriva presto, meno male. Un periodo di vacanza ora ci sta proprio bene.    
Non sono sicura, ma, se non ci sono problemi di lavoro per papà, durante le vacanze dovremmo andare in Friuli, nel paese natale dei miei genitori. Questo paese ha un nome strano: Buia. Papà soprattutto ha molta nostalgia del suo paese e quando è possibile ci torniamo, magari non tutta la famiglia insieme. Quest’anno, per esempio, mio fratello e mia sorella più grandi rimarranno a casa (e ne approfitteranno sicuramente per stare coi rispettivi fidanzati).                                                                  
Il giorno di Pasquetta, a Buia, si festeggia in modo originale: la gente del paese va a fare il pic nic su delle collinette chiamate “Pravìs”. Naturalmente si mangia, si beve, si canta insieme e poi nel pomeriggio si fanno rotolare giù le uova sode colorate. Questo me l’ha raccontato papà, perché finora non mi è mai capitato di andarci nel periodo pasquale; mi farebbe piacere trascorrere quei giorni là, perché ci saranno due mie cugine della mia età con cui mi trovo bene. Verrà anche il mio fratello minore, saremo un bel gruppo.
L’unica cosa negativa, se parto, è che dovrò portarmi qualche libro perché ho molto da studiare.                                                                                                       
E tu? Quest’anno hai l’esame di maturità. Sei già preoccupato?                                    
Ti saluto perché sicuramente ascolterai anche tu alla radio BANDIERA GIALLA. Comincia fra poco. Mi piacciono Arbore e Boncompagni, sono troppo giusti.
Ciao e buone vacanze.
Daniela
P.S. Dimenticavo… se non ti dispiace comincerò a chiamarti Cris, è più simpatico, è leggero, come un soffio! Il tuo nome intero è più impegnativo.   

Roma, 25/3/67
Cara Daniela,
sono iniziate le vacanze pasquali, che tanto vacanze non saranno, visto che dovrò mettermi a studiare “per davvero” sia per l’esame sia per la rappresentazione del nostro laboratorio teatrale, ma di questo te ne parlerò in seguito.
Il giorno prima delle vacanze ho avuto una brutta discussione col professore di storia dell’arte: mi ha chiamato alla cattedra per controllare la tavola di disegno che dovevo portare.                                                                                         
Tu devi sapere che l’unica cosa che noi facciamo in disegno e storia dell’arte è ricopiare particolari di chiese, templi, monumenti, fontane, capitelli, volti di statue e disegnarli in chiaroscuro con matita o carboncino. Dopo aver consegnato la tavola, mi sono permesso di fare una proposta: “Scusi, professore, con tutto il patrimonio che abbiamo nella nostra città, a due passi dalla scuola, potremmo andare ad approfondire sul campo, con qualche uscita didattica”. La risposta è stata: “Chi scappa a destra e chi a sinistra e io, da professore, divento il vostro pecoraro!” Tutta la classe ha reagito con un coro di beeee… Sono stato minacciato di finire in presidenza. Alla fine me la sono cavata con una nota sul registro.                                                                                       
Festeggerò la Pasqua con tutta la famiglia, i preparativi a casa sono già iniziati, perché come sempre si rinnovano le tradizioni religiose e goderecce della Puglia, regione di origine dei miei genitori. La mamma ieri è andata alla via Crucis in parrocchia. Domani la colazione di Pasqua si preparerà apparecchiando la tavola con tazze per il caffè, latte, tè, piattini con pezzi di uova di cioccolato, uova sode, fettine di salame, torta salata (tortapizza di formaggio) e torta dolce (scarcella pugliese)… e più tardi si farà anche il pranzo e ognuno di noi avrà il suo uovo di Pasqua.
Il lunedì di Pasquetta verranno amici e parenti, ma io, per la prima volta, farò una gita fuori porta con i miei compagni di scuola. Un compagno di classe che ha una casa in Ciociaria, a 40 – 50 km da Roma, ha organizzato una merenda, ci sarà quasi tutta la classe. Ciascuno porterà qualcosa da mangiare. Il posto è Isola del Liri, si raggiunge in treno.
Nella prossima lettera ti racconterò com’è andata la gita.                 
Buona Pasqua e buon rientro a scuola
Cris, come piace a te.

Beinasco, 28/3/67
Caro Cris,
mi è andata male: siamo rimasti a casa nelle vacanze di Pasqua. Per i miei è stata l’occasione per ricevere e far visita ai parenti. Ti assicuro che non è il massimo della vita. Pazienza. Ne ho approfittato per andare a studiare, qualche volta, da una compagna di classe; le insegnanti ci hanno rifilato un sacco di compiti e roba da studiare.
Ah! Ho scoperto che padre Balducci è uno Scolopio. Sicuramente lo conoscerai almeno di fama, perché è un personaggio molto invitato nelle trasmissioni televisive. Mi pare d’aver capito che, sia padre Balducci che don Milani siano dei difensori e sostenitori dell’obiezione di coscienza. Anch’io la penso come loro, non dovrebbe essere obbligatorio il servizio militare. Ci sono ragazzi che non vogliono usare le armi, bisognerebbe rispettare questa convinzione, non è un capriccio.
Sono convinta che uomini e donne debbano avere le stesse opportunità, in questo caso però mi fa piacere essere una ragazza. Egoisticamente penso che non dovrò subire quell’esperienza, che per molti ragazzi è stata traumatizzante.                                                 
Questi due sacerdoti, padre Balducci e don Milani, credo che costituiscano una specie di rivoluzione nel cattolicesimo per le loro idee avanzate e credo abbiano molti avversari anche all’interno della chiesa.
Tu che farai? Chiederai il rinvio del servizio militare per motivi di studio?                                                        
Passando a un argomento più leggero, nella prossima lettera spero mi racconterai com’è andata la tua gita. Sarà stata divertente, di sicuro!                     
Salutoni,
Daniela

Beinasco, 29/3/67
Cara Rosanna,
come avrai saputo dalle telefonate che si sono scambiate i nostri genitori, all’ultimo momento un problema di lavoro di papà ha scombussolato tutti i programmi. Siamo rimasti a casa, delusi.
A me è spiaciuto molto, perché poteva essere una bella occasione per festeggiare con la tua famiglia la Pasquetta sui “Pravis”.  
Soprattutto mi avrebbe fatto piacere parlare con te di alcune cose che mi stanno un po’ frastornando.                                                                                
La prima credo sia solo una mia eccessiva preoccupazione. Qualche giorno fa la mamma ha saputo da una sua amica che la moglie di un diplomatico italiano a Bruxelles sta cercando una ragazza italiana “alla pari” per aiutarla ad accudire i figli, garantendo però la frequenza a una scuola di francese. Lo sai, vero, che mia sorella dopo il diploma si era iscritta a un corso di francese a Torino? Questa notizia ha incistato Giulia, che ha cominciato a parlarne in famiglia come di una bella opportunità per migliorare la conoscenza e la pronuncia del francese. Papà non le ha dato molto retta e la mamma, sempre molto apprensiva, ha subito pensato alla lontananza. Alla fine credo che non succederà niente e tutto sommato lo spero, perché mi dispiacerebbe che la mia sorellona si allontanasse, anche se solo per un po’ di tempo.                                                                                                                    
La seconda notizia è questa: dalla fine di gennaio ho iniziato una corrispondenza con un ragazzo di Roma. Ti chiederai, com’è possibile? Cos’è successo? I tuoi genitori lo sanno? Certo, conoscendo la severità di mio padre, avrai pensato a un truschino, e invece no. È andato tutto liscio, perché l’occasione me l’ha servita su un piatto d’argento suor Felicita, la mia insegnante di pedagogia. Con la scusa di uno scambio di opinioni con un ragazzo, ho iniziato a scrivergli e… stiamo continuando.                       
Cris è un ragazzo interessante, frequenta il quinto anno di un liceo scientifico di Roma, con lui discuto di tutto ciò che ci succede.                                       
Tranquilla, ti farò sapere come procede la vicenda. 
Devo dirti, però, che sono rimasta molto stupita dal fatto che mia mamma non mi apra le lettere. Hai capito bene: non mi controlla la corrispondenza. Ha acquistato tantissimi punti nella mia stima, come madre; potenza della scuola e di suor Felicita!                                                                        
Tu invece come stai? Come va la scuola? E il tuo giro di amici?
Mi avevi accennato a un ragazzo che ti piaceva, ma non era di Buia. L’hai rivisto? Dammi notizie, sono curiosa, lo sai.                                                                                                                          
Speriamo di stare un po’ insieme quest’estate. Ne avremo di cose da raccontarci. Saluta tanto tua sorella e i tuoi genitori.                                                                          Mandi            
Daniela

Roma, 29/3/67
Cara Daniela,
la gita fuori porta di Pasquetta è andata proprio bene, complice il bel tempo. Te la racconto: sono stato l’ultimo a salire sul treno, l’ho preso alla fermata di Centocelle, comodo per me, non lontano da casa mia. Il percorso in treno è stato proprio divertente con quasi tutta la classe e qualche ragazza. Dopo un’oretta e mezza siamo arrivati a Fiuggi dove siamo stati presi dai genitori e parenti di Gigi che ci hanno portati a Isola Liri, un paese tra i più belli e curiosi del Lazio, non so se il mio racconto ti renderà l’idea. In questa cittadina il fiume Liri crea uno scenario mozzafiato formando con la sua forza impetuosa un’isola.
Il fiume, biforcandosi in due bracci all’altezza del castello Boncompagni-Viscogliosi, produce due incredibili salti, la Cascata Grande e la cascata del Valcatoio, situati proprio nel centro storico della città, che noi abbiamo ammirato anche al tramonto con i colori che formano uno spettacolo indescrivibile. La mamma di Gigi, ci ha raccontato che in passato, Isola del Liri è stata denominata Piccola Parigi e Piccola Manchester per il suo paesaggio pittoresco immortalato nei secoli da numerosi artisti italiani e stranieri. Addirittura al Louvre è esposto un quadro che rappresenta la cascata.
Il resto della giornata si è svolto in casa, anzi nel giardino di Gigi, che si trova lungo la passeggiata del parco fluviale.  Pensa che gentili i genitori di Gigi, dopo che ci hanno accompagnati a casa, non li abbiamo più visti se non per riportarci al treno.                                                        
Siamo stati proprio bene: abbiamo mangiato un casino, anche un po' bevuto.  Nel pomeriggio abbiamo cantato a squarciagola cercando di accompagnare alla chitarra Gigi che ha suonato le canzoni di De André, dei Rokes, dei Nomadi, Celentano…
Spero che il tuo rientro a scuola non sia stato troppo pesante.
Ciao,
Cris

Roma, 31/3/67
Cara Daniela,
quanto è stato faticoso il rientro a scuola!                                                                           
Come sempre succede dopo le vacanze… ma soprattutto faticoso perché è stato più problematico raggiungere la scuola, in quanto gli autobus avevano i percorsi deviati, la città è stata sotto assedio per l’arrivo di Humprey, il vice del presidente americano Johnson.                                                                                  
Ieri, 30 marzo, il comitato per la pace e la libertà in Vietnam ha organizzato una manifestazione al Colosseo, dove sono riuscito ad andare, senza però partecipare al corteo. Non mi sono sentito molto sicuro; a un certo punto, col mio amico Franco, ho lasciato la manifestazione e sono andato al gazebo a dare una mano per la raccolta delle firme per la pace in Vietnam.
La guerra del Vietnam a me sembra proprio ingiusta: una vera e propria prevaricazione degli Stati Uniti su un popolo innocente. Le guerre sono tutte così.                                                                                                       
In classe, invece, sono i prof a essere sul piede di guerra: non fanno altro che parlare del programma di esame, si lamentano che siamo indietro e allora via con le spiegazioni, le interrogazioni, le date di consegna dei progetti in corso ecc., ecc.
Io non ci sto proprio con la testa e spero di riprendermi per seguire il passo.  Come se ciò non bastasse, sono tutti in fermento perché da quest’anno la commissione degli esami di maturità ha delle novità: è sempre composta da prof esterni, ma ci sarà il membro interno. Noi tutti della classe facciamo il tifo per il prof di lettere, quello con cui facciamo il laboratorio teatrale e non è sacerdote.
Il prof Martino è con noi dalla terza liceo, insegna italiano e latino.                                         
Sin dai primi giorni tutta la classe ha avuto una buona opinione di lui: è molto umano, molto colto, non alza mai la voce e ci dà del tu; è appassionato di musica, arte, teatro e in questi anni è l’insegnante che ci ha aperto al mondo.
In terza, un giorno, è arrivato, presentandoci un bando di concorso europeo di teatro… ha letto il bando, senza aver deciso che noi dovessimo aderire, ha messo in evidenza i punti di forza e ci ha chiesto di pensarci su.                                                                                          
Dopo alcune settimane è arrivato in classe dicendo: “Bene, che mi dite di quel bando di concorso teatrale?” Tutti noi rigorosamente zitti, e allora lui incalza: “Se non mi dite niente non si fa niente!”. Inizia il mio compagno Guido: “Ne abbiamo parlato, ma nessuno di noi ha fatto teatro, non ci sentiamo in grado…” Per fartela breve, quel giorno la classe 3B ha deciso la partecipazione al concorso. “Perdiamo” così due ore di letteratura latina, ma quanto è stato utile! Questa iniziativa ha unito molto la classe.                                                                           
Ci tenevo proprio a parlarti del progetto teatrale, anche perché il primo anno il premio è stato vinto dalla mia classe, una delegazione è andata a ritirarlo con il prof a Bonn.  Questo è il terzo anno, ed io solo da questo ne faccio parte, nel senso che ho sempre collaborato, per le luci, la scenografia, la ricerca dei costumi, ma non ho avuto una parte teatrale vera e propria. Quest’anno mi sono sentito pronto e ho accettato di recitare. Metteremo in scena “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello: conosci? È una commedia in due atti. Io interpreterò il personaggio di Ciampa. Tutto aprile sarà dedicato al laboratorio teatrale.                                                            
Mi sa che hai capito che sta attività me piace proprio un casino.                                                      
Cara Daniela, non stupirti di questa lettera così ravvicinata, mi è servita per scaricarmi un po’, e poi mi sa che d’ora in avanti non avrò più molto tempo.
Ho programmato pomeriggi di studio con un gruppo di compagni fino a metà maggio, per la preparazione degli esami.
Ciao, alla prossima
Cris

Beinasco, 11/4/67
Caro Cris,
che piacere leggere le tue lettere, due di seguito nel giro di pochi giorni!                                                                
Dalla descrizione della tua gita di Pasquetta, mi sembrava quasi di vedere Isola Liri, per un attimo ho anche pensato che mi sarebbe piaciuto essere lì con te e i tuoi amici a passeggiare e a cantare.                                                                                                                                             
Sai, mi sono informata ancora su quei due sacerdoti anticonformisti e ho letto dell’esperienza che sta conducendo don Milani a Barbiana.
Mi entusiasma la sua scelta di insegnare in modo completamente nuovo, di diventare maestro di bambini poveri. La sua, così dice, “è una scuola di vita” e da quel che ho capito è decisamente diversa dal modo di insegnare tradizionale. Nella sua aula non ci sono banchi ma un grande tavolo intorno al quale stanno tutti seduti: tutti possono intervenire e discutere.                                                                                                                                              
Ci vorrebbero tanti insegnanti con la volontà di cambiare la scuola. Spero anch’io, quando sarà il momento, di dare il mio contributo.
Ho apprezzato molto la tua partecipazione alla manifestazione contro la guerra nel Vietnam. Sono sicura che i miei genitori mi impedirebbero di prendere parte a manifestazioni analoghe, con la scusa che sono troppo giovane. PER ORA!
Al tuo posto, però, io avrei seguito tutto il corteo e avrei urlato tutti gli slogans. Penso che mi sarei sentita veramente coinvolta in un impegno attivo per la pace. Te la sei cavata bene, comunque, fermandoti a dare una mano nella raccolta firme.
Credo che ognuno di noi debba dare il suo contributo nel modo che gli è più congeniale. Ad esempio, negli Stati Uniti, i cantanti Joan Baez e Bob Dylan hanno un ruolo determinante.
In bocca al lupo per la rappresentazione della commedia di Pirandello! Anch’io, d’ora in poi, dovrò mettermi a studiare di brutto.
Ciao,
Daniela.

Buia, 13/4/67
Cara Daniela,
mi è spiaciuto molto non vederti nelle vacanze di Pasqua ma spero proprio che tu e la tua famiglia riusciate ad organizzarvi per questa estate.                                            
Che mi racconti? Questa storia della corrispondenza col romano de Roma mi ha sorpresa e incuriosita! Forte!                                                                               
Mi hai detto che è interessante e discutete di vari argomenti. Ma… com’è? Intendo dire fisicamente. Ti sei fatta mandare una foto? È  alto, basso, biondo, moro, insomma è carino? Continuate a scrivervi? Voglio sapere tutto!!!                                         
Mi chiedevi se quel ragazzo che mi piaceva ero riuscita a incontrarlo di nuovo. Ebbene, sì. Si chiama Paolo e non abita a Buia però abbiamo degli amici in comune qui in paese. L’ho rivisto una domenica pomeriggio alla festa di compleanno del fratello di Luigina. L’hai conosciuta vero?  È stata una sorpresa che mi ha schiantata trovarlo lì, quel giorno. Credo di essere diventata rossa come un pomodoro, col cuore che batteva a mille, mi sembrava dovessero sentirlo tutti! Sono riuscita a ballare con lui qualche volta. Ha detto che gli piace la nostra compagnia e tornerà a trovare Gianni, il fratello di Luigina. Spero di vederlo presto, anzi prestissimo.                                                                              
Dammi tue notizie                                                                                                                      
Rosanna

Bruxelles, 18/4/67
Carissimi,
eccomi finalmente arrivata a Bruxelles! Il viaggio è stato tranquillo (e anche un po’ noioso). Sono anche riuscita a dormire in cuccetta. A Parigi, per il cambio di treno abbiamo avuto una sosta abbastanza lunga così siamo andate a fare colazione. La mia è stata piuttosto abbondante, in più ho mangiato anche un panino. La signora Tecla durante il viaggio mi ha parlato della figlia e della sua famiglia per prepararmi all’incontro.                                                                                                              Ad attenderci alla stazione centrale c’era l’avvocato Orazi, il genero della signora, che lavora alla CEE.                                                          
La città ha strade grandi (boulevards). Nel percorso verso casa, lontano dal centro, abbiamo costeggiato un bosco, dove c’erano persone che andavano a cavallo. La casa è una villa su tre piani con un bel giardino.                                                                  
La signora Giovanna è giovane e simpatica; ho conosciuto i quattro figli, due maschi e due femmine: Renato 10 anni, Céline 5, Manù 3 e la piccola Elena appena nata. Con loro abita anche una governante spagnola, Ines. Mi hanno fatto visitare la casa, così ho scoperto che avrei dormito con Renato al secondo piano. Nella stanza vicina dormono Ines e Céline.  Al primo piano c’è la stanza dei genitori e accanto alla loro c’è quella di Manù ed Elena.                                    
La sera, abbiamo cenato tutti insieme.                                                                                                                   
Insomma, per ora sono stordita, emozionata e stanca, ma ho voluto scrivervi subito, anche se poche righe. Domattina andrò a imbucare la lettera, con la posta aerea dovrebbe arrivarvi velocemente. Nella prossima avrò sicuramente più cose da raccontarvi.                                                                                                               
Bacioni a tutti. A presto,
Giulia

Beinasco, 19/4/67
Cara Rosanna,
mi sembra che ti stia girando bene!                                                                                  
Secondo me non sei indifferente a Paolo, e il fatto che ti abbia detto che tornerà a trovare Gianni, il fratello di Gina, era proprio per fartelo sapere. Occhio, dunque. Chiedi a Luigina di tenerti informata sui movimenti di Paolo. Ma naturalmente non c’è bisogno che te lo dica io!                                                                                               
Per quanto riguarda Giulia la situazione è precipitata rapidissimamente. Le cose sono andate così: mia sorella ha rimuginato la notizia sulla richiesta di una ragazza “alla pari” a Bruxelles. Mi ha detto e ripetuto che non c’era paragone tra il corso di francese che frequentava a Torino e quello a Bruxelles, e che lei è grande abbastanza per provare a vivere un periodo fuori casa. Per rassicurare i miei diceva che sicuramente la famiglia italiana che l’avrebbe ospitata le avrebbe lasciato poca libertà: tra la scuola, lo studio, il babysitteraggio, sarebbe stata molto impegnata. È riuscita a convincere mia mamma a telefonare alla mamma della signora Birago, che vive a Torino, per avere informazioni più precise.
“Madama” Tecla Birago ha invitato mamma e Giulia a casa sua, così hanno ricevuto molti chiarimenti e dettagli sulla famiglia e sull’impegno di mia sorella. La signora ha avuto subito una buona impressione di Giulia.                                                                                                               Si è scoperto che a Bruxelles avevano urgente bisogno di una ragazza (è nata da poco una bimba). Se mia sorella era interessata, e i genitori d’accordo, avrebbe dovuto partire il più presto possibile.
Secondo te come è andata a finire?
Sabato 15 siamo riusciti giusto in tempo a festeggiare il suo compleanno e il giorno dopo, domenica sera, Giulia è partita con “madama” Tecla. 
Come puoi immaginare, sono giù di morale; la camera da letto che dividevo con lei mi sembra vuota, silenziosa e troppo ordinata. Già mi mancano le discussioni e gli scazzi. Hai ragione se mi dici che tu avresti fatto la stessa cosa. Fra qualche anno anch’io magari vorrò fare qualche viaggio studio all’estero, però… è la prima volta che stiamo lontane per tanto tempo. Sig! 
Be’, cambiamo argomento. Mi chiedevi nella scorsa lettera com’è Cris. Non lo so. Io non gli ho mai chiesto la sua foto e lui non ha mai chiesto la mia. Siamo proprio degli amici di penna, ci raccontiamo di noi e come la pensiamo su ciò che succede.                                                                                                                                         
Vivere a Roma è certamente molto più interessante che vivere in un paese alla periferia di Torino. Nella capitale ci sono molte più opportunità, inoltre lui è più grande e ha molta più autonomia. Io rispetto a lui mi sento più legata; l’educazione rigida dei miei genitori, soprattutto di papà, m’impedisce di prendere iniziative, di conoscere più gente. Però la corrispondenza con Cris è molto stimolante, mi tengo aggiornata sulle notizie, guardo TG, leggo giornali, per poi discuterne con cognizione. Mi fa sentire più matura. Mi piace questo tipo di intesa, di scambio. Sarebbe una grossa delusione scoprire che fisicamente è insignificante, o peggio, inguardabile. Non so perché ma non penso sia un cesso, e comunque, per ora va bene così, chissà in seguito…                                                                                               
mandi                                                                                                                                           
Daniela

Beinasco, 23/4/67
Cara Giulia,
dalla lettera che ci hai mandato, la prima cosa che ho capito è che dovevi essere proprio stanca del viaggio perché hai quasi solo descritto le camere da letto e chi ci dormiva!!! Sei poi riuscita quella notte a riposare bene? Quanto hai dormito? Raccontami come ti trovi con quella famiglia. La figlia di “madama Tecla” (è il soprannome che le abbiamo dato in casa) com’è? Simpatica, autoritaria? E i bambini sono dei rompiscatole?
Anche noi siamo una famiglia numerosa ma è diverso tra fratelli. Vai d’accordo con la ragazza spagnola?                                                                             
I primi giorni saranno particolarmente faticosi perché dovrai ambientarti nella nuova casa, abituarti alle persone, alla scuola.                                                                   
Mi rendo conto che, dopo aver lottato con le unghie e con i denti per riuscire ad andare a Bruxelles, le lettere alla famiglia devono essere di un certo tono. Con me, invece, puoi raccontare ciò che ti piace e ciò che ti dà fastidio, insomma, con me puoi sfogarti se è necessario.                                                                              
Qui in casa papà fa il duro, ma so che chiede spesso a mamma tue notizie, e Luciano ha letto e riletto la tua lettera: il nostro fratellone è sempre stato dalla tua parte. Mamma è ansiosa con la “a” maiuscola, il fratellino domanda quando torni e io sento tanto la tua mancanza: promettilo, devi scrivermi. Lo so che oltre a noi avrai da scrivere spesso anche al tuo ragazzo, ma sicuramente riuscirai a trovare tempo per tutti. Ti auguro una buona permanenza e che tutto vada nel migliore dei modi. Un abbraccione stretto stretto e tanti tanti baci,
Daniela 

Roma, 24/4/67
Cara Daniela,                                                                                
In qualche lettera hai accennato a padre Balducci. Certo, so benissimo che è un padre Scolopio, ed è una personalità di un certo rilievo; è un intellettuale che ha fondato la rivista “Testimonianze”, è vicino ai cattolici democratici di sinistra e difende l’obiezione di coscienza: proprio per aver preso questa posizione netta, sia lui che don Milani hanno subito un processo e sono stati condannati.
Come giustamente notavi tu, sono personaggi che fanno discutere. Mi chiedevi anche cosa intendo fare io col servizio militare: chiederò senz’altro il rinvio per motivi di studio.                                                
Ora però devo proprio raccontarti questa cosa pazzesca che mi è successa.     
Devi sapere che nella mia classe c’è un ragazzo che si chiama Sabatino, uno di quelli che era venuto in gita a Pasquetta. Bene, proprio quel giorno sul treno ci eravamo seduti vicini e, fra le altre cose, ci eravamo messi a parlare della trasmissione Bandiera Gialla. Gli avevo detto che il sabato pomeriggio, se ero a casa, non me la perdevo per nessun motivo perché per me è l’unica trasmissione pensata per noi giovani. Lui, allora, mi aveva detto che i suoi genitori lavoravano alla Rai. Tutto era finito lì.                                                                                                                                           
Una mattina della settimana scorsa Sabatino è arrivato da me tutto sorridente e mi ha proposto di accompagnarlo negli studi Rai di via Asiago, aveva due biglietti di invito per partecipare a BANDIERA GIALLA!                                                                                    
“Che fico,” gli ho detto “ti sei ricordato di quello che ci eravamo raccontati sul treno!”. “Già, ho proprio pensato a te quando i miei genitori mi hanno procurato questi inviti”.                                                                                                                               
Quel giorno mi si aprì un mondo. Nello studio eravamo con decine di ragazzi super scatenati, ciascuno con la sua bandiera gialla rigida, di plastica dura, ballavamo urlanti e orgogliosi di poter dare il voto alle canzoni che per una settimana sarebbero rimaste nella top list. I due presentatori Arbore e Boncompagni, divertendosi come matti, ci spronavano a partecipare e ci facevano sentire protagonisti di quello che tutti vivevamo come un evento, ovvero la proclamazione del “disco giallo”. Le competizioni tra bande rivali si consolidavano e gli urli per sostenere i propri preferiti si facevano sempre più forti, alcuni hanno sfiorato il litigio, c’è stato parecchio battibecco.                                                                                      
Siamo tornati a casa gasati ed euforici.                                                                                          
Io mi sono sentito davvero privilegiato perché far parte del pubblico di Bandiera Gialla è stata un’occasione imperdibile e un’esperienza veramente forte!
Sai, scrivendoti la lettera ho rivissuto l’eccitazione di quel pomeriggio, ora però devo concentrarmi e mettermi a studiare.
Buono studio pure a te,
Cris

 Bruxelles, 28/4/67
Ciao, Daniela!
Non vedevo l’ora di raccontarti questa giornata avventurosa.                                                
Stamattina, sistemati i bambini, sono andata ad iscrivermi all’“Alliance francaise”. La signora mi aveva dato tutte le indicazioni necessarie, per cui sono andata a prendere il tram poco distante da casa. Prima sorpresa, la “tranviera”: sì, era proprio una ragazza! Ne avevi mai vista una guidare un tram a Torino? È stato fantastico, mi sembrava di vivere nel futuro, senza differenze tra maschi e femmine: proprio un buon inizio di giornata. Poi, osservando i passeggeri, ho scoperto un mondo. Credevo di essere io la straniera, insomma ero un po’ inquieta, pensavo che tutti avrebbero capito che non ero una belga, ma sul tram salivano e scendevano persone di tutti i colori, vestite con gli abiti caratteristici dei loro paesi. Bellissimo tutto, e tutti erano “normali”, nel senso che nessuno faceva caso alle diversità.                                                                                        
Arrivata a scuola, ho conosciuto la direttrice, una persona matura, affabile, che mi ha fatto una serie di domande, tipo: chi ero, da dove venivo, cosa facevo a Bruxelles; tutto con un tono che mi ha messa subito a mio agio. Poi mi ha chiesto di fare il test per capire quale era la mia conoscenza della lingua e al termine mi ha proposto un corso intermedio. Nel frattempo passavano in segreteria persone che dovevano essere allieve, perché avevano già confidenza con l’ambiente. Si trattava di giovani e meno giovani, persone come me, che provengono da altre nazioni e vogliono imparare o approfondire la conoscenza del francese.                                                                                                                                           
Dovrò frequentare la scuola tre mattine a settimana, per due ore alla volta. Inizierò lunedì prossimo. Non vedo l’ora di conoscere l’insegnante e i miei compagni di corso.                                                                                                                                                     
Per oggi è tutto, ma ti scriverò presto per raccontarti la mia nuova vita. Saluta tutti e un bacione a te,
Giulia

Beinasco, 2/5/67
Caro Cris,
È da un po’ che non ti scrivo ma è successo un fatto che mi ha molto scombinata. Devi sapere che nel giro di pochissimo tempo mia sorella ha deciso di partire per Bruxelles. È andata a fare la ragazza “alla pari” in una famiglia di un diplomatico italiano: in cambio di un aiuto in casa ad accudire i bambini, sarà ospitata e potrà frequentare un corso di francese. È stata molto brava a convincere i miei.                                                                                          
Si è svolto tutto molto rapidamente, perché la baby sitter precedente era partita e c’era bisogno di una ragazza che la sostituisse. Per mia sorella è stata un’opportunità (che non si è lasciata sfuggire) per migliorare lo studio del francese e vivere in un altro ambiente, conoscere persone diverse. Lei è partita molto convinta e felice, curiosa ed eccitata per questa nuova esperienza. Dalle lettere ricevute mi sembra che si stia ambientando bene.                                                                               
Io sono rimasta di stucco, ancora faccio fatica a rendermi conto che Giulia è lontana, è la prima volta che succede. Non ci siamo mai separate per lungo tempo prima.
Sono contenta per lei, perché so quanto desiderasse vivere in modo più autonomo, gestirsi la sua vita, comprese le difficoltà che questo comporta.
L’ammiro, è stata coraggiosa, non ha avuto esitazioni. Io però ho patito la sua partenza.                                                                             
Anche se a volte ci capita di litigare quando si tratta di prendere delle decisioni, – lei come sorella maggiore pretende di averla vinta, per esempio su dove andare quando si esce insieme, oppure decidere chi fa cosa nel riordino della camera – ora sento la sua mancanza.
Quando andavamo a letto la sera ci raccontavamo i fatti nostri, si rideva a crepapelle per delle stupidaggini. In certi momenti non c’era nemmeno bisogno di parlare, ci capivamo con uno sguardo.
In casa ho perso un’alleata: il fratello maggiore sì, mi sostiene, ma è davvero più grande, ha altri interessi; il mio fratellino Ezio è dispettoso, divertente, ma non può stare dalla mia parte quando ci sono discussioni con i miei. Ora hai capito perché i miei pensieri erano da tutt’altra parte.                                                  
Cambiando discorso…che fortuna hai avuto! Sei riuscito a partecipare a BANDIERA GIALLA, bestiale!!! Devo confessarti che ti ho invidiato parecchio: posso immaginare il divertimento e l’eccitazione di quel giorno, a ballare e urlare con gli altri ragazzi per sostenere i cantanti preferiti. Hai avuto un’occasione davvero imperdibile. Arbore e Boncompagni sono davvero troppo forti, mi piacciono un casino!
Oggi con te mi sono proprio sfogata, spero di non averti annoiato.
Ciao
Daniela

Beinasco, 5/5/67
Cara Giulia,
ora che la burrasca della tua partenza è passata e le acque si stanno calmando, un po’ per volta in famiglia stiamo trovando una nuova “normalità”.                                                                                  
E tu? Come stai? Mi piacerebbe se mi raccontassi come sono i componenti della famiglia Orazi, così riesco a farmi un’idea delle persone con cui vivi ora. Dalle descrizioni cercherò di capire se ti stanno simpatici oppure se ti trattano con un certo distacco. Con me puoi essere libera di esprimerti, lo sai.                                    
Io mi sono rimessa a studiare di brutto, mi piacerebbe passare l’anno con una media discreta. Non sono una secchiona, però papà e mamma sarebbero contenti di vedere sulla pagella qualche bel voto.                                                                                                                  
Ho incontrato in paese la tua amica Nadia e mi ha chiesto il tuo indirizzo; penso che riceverai presto una sua lettera. Anche lei si è stupita per la tua partenza. Figurati, patatona com’è, non si allontanerebbe di casa manco morta! Per Nadia sei diventata un mito perché, sono sicura, vorrebbe avere lei un po’ della tua determinazione.
Be’, stammi bene e non stancarti troppo
Bacioni
Daniela

Roma, 13/5/67
Cara Daniela,
ora ho capito perché tardavi a scrivermi. Pensavo fosse solo a causa dello studio, invece ti sei sconvolta per la partenza di tua sorella. Accidenti, sei parecchio emotiva! No, scusa, non ti sto a pigliare in giro, ma vorrei provare a farti vedere la situazione con più leggerezza e a considerare soprattutto gli aspetti positivi che mi hai già elencato tu stessa. Ammiri tua sorella per la decisione con cui ha portato avanti la sua richiesta, fino a ottenere ciò che voleva. Il suo desiderio di allontanarsi da casa non credo significhi poco affetto ma, come dicevi tu, piuttosto l’esigenza di maggiore autonomia.                              
Mi pare di aver capito, da ciò che mi hai scritto nelle precedenti lettere, che i tuoi genitori sono molto protettivi e lei ha trovato il modo per provare a sé stessa e alla famiglia che è in grado di cavarsela da sola.                                                                                          
Sai, anch’io penso di voler fare un’esperienza simile, appena mi sarà possibile. Forse fra qualche anno anche tu lo vorrai. Io credo che al ritorno di tua sorella il vostro rapporto cambierà e non in peggio.                                                               
A proposito di partenze…i miei genitori, credo per invogliarmi maggiormente nello studio, mi hanno promesso un viaggio, come premio per un buon risultato agli esami di maturità. Appena l’ho saputo ho cominciato a sondare il terreno con qualche amico per organizzarlo insieme.                                                                            
Vedi come tutto si muove?                                                                            
Su col morale e sorridi.
Cris

Bruxelles, 18/5/67
Ciao Daniela
Tu e la famiglia tutto bene?                                                                             
Mi avevi chiesto di raccontarti come sono quelli che mi ospitano; bene, inizio… Il capo famiglia è un signore di media altezza, piuttosto magro ed elegante. Di solito, al mattino, scende le scale canticchiando i ritornelli di alcune canzonette e, quando arriva “Topolino”, vuole essere il primo ad aprire il pacchetto di cellophane e a leggerlo, solo dopo lo passa ai figli.                                            
La signora Giovanna è più o meno alta come me, è un po' tondetta a causa della recente gravidanza. È sempre allegra e si occupa soprattutto dei figli più piccoli, con lei riesco a parlare piacevolmente: riesce a mettere le persone a proprio agio.                      
Il figlio maggiore, Renato, ogni tanto è scorbutico e si impunta per piccole richieste. La mamma sostiene che si comporta così perché si sente un po’ trascurato, soprattutto ora che è nata un’altra sorellina, però vuol fare il grande. Ama costruire aerei che compra in pacchetti, coi pezzi già predisposti. Infatti, in camera c’è una mensola con una serie in esposizione. Anche lui legge volentieri Topolino.                                                                                       
La bimbetta Céline è buffa, gioca continuamente a recitare la parte della signora che si occupa di una grande famiglia, mi coinvolge chiedendomi di fare la sua amica; fingiamo di prendere il tè e, ogni volta, racconta i guai che combinano i suoi figli e poi mi parla dei suoi “impegni”. Devo dirti che ogni tanto mi stufo di fare sempre lo stesso gioco e le propongo qualcos’altro. A volte riesco a convincerla.                                                                      
Il piccolo Manù è carino, non parla molto, ma si fa capire a gesti ed è un coccolone. La neonata mangia e dorme e non pretende tante attenzioni, è tranquilla e serena. Se il tempo è bello la porto a passeggio con la carrozzina per le vie del quartiere col fratellino.                                  
Ines, la governante, ha quasi trent’anni: è chiacchierona e solare, mi racconta della sua famiglia, in Spagna, e dei suoi amici qui a Bruxelles. Mi aiuta a capire la routine di questa casa.                 
Insomma, non è come vivere a casa mia, ho dovuto dimenticare le mie abitudini, ma credo di adattarmi senza troppe difficoltà, anche se mi mancate tutti.
Bacioni alla famiglia e in più un grosso abbraccio a te.
Giulia

Beinasco, 24/5/67
Caro Cris,
La tua lettera tutto subito mi ha un po’ infastidita, dopo mi è servita per riflettere su me stessa.                                                            
Devi avermi considerata una piagnona smidollata, che al primo cambiamento nel tran tran quotidiano si sconvolge, ma non è così, io almeno non mi reputo una pappamolle. Comunque, tutte le prime volte un po’ significative ti scombinano, sono un piccolo terremoto, poi tutto rientra. In effetti, mi sto abituando al fatto che Giulia è lontana, però ci scriviamo e, qualche volta ci sentiamo.                                                                                                          
Ora sto studiando parecchio, ultimi compiti in classe e ultime interrogazioni, ancora tre settimane circa e quest’anno scolastico è finito. Uff!                      
Immagino anche te chino sui libri, ma per te sarà più lunga; poi la matura a luglio, col caldo afoso…mi sa che a Roma si schiatta più che a Torino.
Dai, presto raggiungerai un bel traguardo.
Hai già in mente cosa farai dopo? A parte il viaggio, naturalmente!                                                                                             
Cerca di non sfinirti troppo.  Ciao!
Daniela

Beinasco, 29/5/67
Cara Giulia,
comincio a farmi un’idea della famiglia Orazi. I bambini non mi sembrano rompiscatole, a parte Céline che ti stressa col gioco delle amiche che si incontrano per il tè.                          
Hai già cominciato a frequentare il corso di francese, vero? Come va? Hai fatto fatica a inserirti? A casa riesci a trovare il tempo per studiare? Raccontami come sono organizzate le tue giornate.                                                                    
Io sto studiando molto, siamo agli sgoccioli.
Unica distrazione, ieri pomeriggio, è stata la festa di compleanno di una compagna di scuola.
Naturalmente papà non era d’accordo, secondo lui, dovevo stare a studiare anche di domenica, visto che siamo a fine anno e devo cercare di avere buoni voti.
Per fortuna mamma e Luciano sono riusciti a convincerlo, facendomi promettere che sarei rientrata presto. Sai com’è papà.                                                                                   
Tornando alla mia amica (Luisa si chiama, non ricordo se l’hai conosciuta), ha invitato un gruppo di amici e amiche a casa sua, a Piossasco. Abbiamo ballato tutto il pomeriggio, mi sono scatenata con i twist, surf, hully gully, shake e divertita col gioco della scopa.                                                                                                             
Per fortuna oggi non avevo nessuna interrogazione.                                  
E tu, a scuola, stai facendo amicizia con qualcuno? I tuoi compagni di classe sono simpatici?                                                                              
Ora ritorno a studiare, prima che si faccia troppo tardi, se no poi mi addormento sui libri, sto già sbadigliando.                                           
Ciao, bacioni sonnolenti,
Daniela

Roma, 1/6/67
Cara Daniela,
tra scuola e casa mi sembra di stare recluso su un altro pianeta, l’unico svago durante il pomeriggio è ascoltare musica, la tengo di sottofondo anche quando studio. Per fortuna mi sono organizzato con alcuni compagni per studiare insieme, è meno pizzoso e più divertente: ogni tanto si stacca, ci si distrae sparando qualche cavolata e poi si riprende.
Uno dei pensieri che comincia a frullarmi in testa è il viaggio che mi hanno proposto i miei come regalo per la maturità. Ho iniziato a pensare che mi piacerebbe farlo con un amico, è più interessante e più coinvolgente: condividi impressioni, divertimento, fatica, imprevisti, però devo capire fra gli amici che ho chi vorrei come compagno di viaggio, insieme stabiliremo l’itinerario e come spostarci.       
Però partire con zaino e sacco a pelo in spalla è decisamente  avventuroso.                                                                                             
Vedremo, ciao                                                                                                                
Cris 

Beinasco, 14/6/67
Caro Cris,
finalmente la scuola è finita, wow!                                                          
Ieri, dopo l’uscita dall’istituto, mi sono fermata a festeggiare con le compagne di classe. A molte ho detto arrivederci a ottobre, ma so che sicuramente alcune continuerò a vederle anche nel periodo estivo.                                                                                          
Nella lettera precedente mi hai scritto del tuo viaggio e che vorresti farlo con un tuo amico. Sono d’accordo con te. L’esperienza di una vacanza solitaria è molto intrigante: mette alla prova la capacità di cavarsela nelle varie situazioni, stimola nuove conoscenze; ma in compagnia è di sicuro più divertente, soprattutto se è con un amico con cui vai d’accordo.
Io ancora non so cosa farò nelle vacanze, per ora mi basta aver finito di studiare.                                                                                   
Mentre noi qui stiamo a parlare di scuola, esami, vacanze, dall’altra parte del Mediterraneo c’è la guerra. Lunedì 5 giugno gli aerei israeliani hanno bombardato l’Egitto, in seguito hanno occupato la striscia di Gaza, la penisola del Sinai e sono entrati in Gerusalemme. Nel giro di pochi giorni Israele ha sconfitto, oltre l’Egitto, anche la Siria e la Giordania; così affermano i giornali e la TV.
Ma è veramente così? E adesso, sarà davvero finita?                                          
Io non riesco a capire le ragioni che muovono gli stati a combattere fra loro e a uccidere tanta gente. Non ho capito perché Israele si è accanita così tanto con i paesi arabi che la circondano.
Mi auguro che cessino gli scontri, anche se non so quali potranno essere le conseguenze.
Non riesco a comprendere perché non si possa arrivare a patti attraverso incontri e discussioni e ci sia bisogno delle armi per distruggere il nemico. Mi auguro che il buon senso prevalga.                                                            
Con questa preoccupazione ti saluto,
Daniela

Beinasco, 16/6/67
Cara Giulia,
mi piace la tua curiosità per i luoghi. Sicuramente Bruxelles è una città interessante, molto grande e cosmopolita. Torino al confronto mi sembra provinciale. A questo proposito vorrei chiederti di mandarmi, di tanto in tanto, delle cartoline così riesco a farmi un’idea del posto dove ora vivi. Tu continuerai a frequentare l’Alliance francaise, mentre io, fortunatamente, tre giorni fa ho finito la scuola. Non dovrei avere problemi riguardo la promozione, ma non so se le insegnanti valuteranno il mio impegno nell’ultimo periodo (soprattutto le ultime interrogazioni) e ne terranno conto nelle votazioni. In ogni caso l’idea di alzarmi più tardi al mattino e di avere tempo libero mi mette di buon umore.
Mamma e papà vorrebbero andare a trovare i nostri parenti in Friuli. Piacerebbe anche a me trascorrere un po’ di giorni con Rosanna, Fabiana e i loro genitori.
Papà quando arriva a Buia si trasforma: si rilassa completamente e diventa più allegro e simpatico. E poi non mi stressa con le solite domande: dove vai? Con chi ti incontri? Tanto là si conoscono tutti.                                                                                 
Comunque è ancora presto, non c’è nulla di definito. Vedremo più avanti.
Mi raccomando continua con l’esplorazione della città e poi raccontami.                                                                                                      Bacioni                                                                                                    
Daniela

Roma, 22/6/67
Cara Daniela,
buone vacanze! Tu hai già finito mentre per me questo periodo prima degli esami è davvero pesante, continuo a studiare ma in certi momenti mi sembra di avere il caos in testa.
Mi ha colpito il tuo interesse e soprattutto la preoccupazione per il conflitto che è appena terminato (speriamo!) tra Israele e gli stati arabi confinanti. È un vero casino. Bisogna però tornare indietro nel tempo per entrare nel merito della guerra d’Israele, altrimenti non si riesce a capire l’offensiva di questi giorni.                           
Dopo la seconda guerra mondiale, l’ONU decise di spartire la Palestina tra uno stato arabo e uno ebraico; qualche anno dopo, in effetti, fu proclamato lo stato di Israele.
Gli arabi che vivevano in quelle zone dovettero fuggire, abbandonando le loro case e tutto ciò che possedevano. Nessuno stato arabo riconobbe lo stato d’Israele e iniziarono gli scontri.                                                                                                                
Ti chiederai: chissà perché un piccolo stato come Israele è così forte dal punto di vista militare? Be’, la sua superiorità è sostenuta soprattutto da un alleato potente come Stati Uniti. Scusa, non volevo farti la menata sulla storia dello stato di Israele, ma un po’ ne abbiamo parlato a scuola e molto discusso coi compagni di classe con cui mi trovo per studiare. Qualcuno è convinto che gli israeliani debbano ostentare la supremazia militare come loro sicurezza, altri, come me, pensano invece che i palestinesi non abbiano avuto un riconoscimento ufficiale, come la definizione di uno stato palestinese, per cui il conflitto ha questa origine.
Ho il grande timore che la questione non si risolverà facilmente, né in breve tempo. 
A proposito del mio viaggio, ora so chi sarà il mio compagno d’avventura.                                                                                            
In una delle prime lettere, se non ricordo male, ti avevo parlato di Marzio, un amico che conosco da quando ero bambino.
Ho deciso di chiede prima a lui che ad altri, al limite mi avrebbe detto di no, e invece è stato pazzesco, perché subito è stato felice della proposta.                                                                                              
Ora dobbiamo capire quale tipo di viaggio ci possiamo permettere: secondo me dipenderà anche dal risultato degli esami!
E tu? Hai già qualche progetto? Per ora ti saluto,
Cris     

Bruxelles, 25/6/67
Ciao, Daniela!
Voglio raccontarti la giornata di oggi prima di andare a dormire. A scuola ho conosciuto una ragazza olandese, molto cordiale, così abbiamo deciso che oggi avremmo trascorso la giornata insieme (la domenica ho tutto il giorno libero). Ci siamo incontrate in centro, abbiamo fatto un giro nella Grande Place, una piazza enorme circondata da magnifici palazzi d’epoca. Da lì, facendo una breve passeggiata, siamo arrivate dall’ “enfant” simbolo di Bruxelles. Tutto subito sono rimasta delusa, perché mi immaginavo una statua grande, imponente, invece sarà stata più o meno 50 cm. e sistemata all’angolo di una strada dentro una nicchia. Con Linda, questo è il nome della compagna di classe, commentavo che, pur non essendo una meraviglia dal punto di vista artistico, questo bambino era tenero, non volgare, anche se esibiva la sua nudità e la sua pipì. Linda mi ha spiegato che una delle leggende racconta che questa statua dovrebbe ricordare un bimbo il quale, con la sua pipì, sarebbe riuscito a spegnere la miccia di una bomba che i nemici avevano lanciato per incendiare la città.                                                                                                               
Siamo poi andate a fare merenda alla “Galérie Louise”, un ambiente con tanti negozi bellissimi di abbigliamento, profumerie, ristoranti e caffè. Abbiamo ordinato un caffè e una fetta di torta al cioccolato, ci è arrivata una tazzona piena di una sciacquetta di caffè. Ho trovato, comunque, tutto buonissimo. Insomma, ho trascorso una giornata molto piacevole, sto conoscendo persone molto simpatiche.                                                       
Be’, ora ho proprio sonno, vado a letto e domani spedisco la lettera.
Giulia
P.S. non mi hai raccontato nulla della corrispondenza con quel ragazzo di Roma. Continuate a scrivervi o è già tutto finito? Fammi sapere… 

Beinasco, 30/6/67
Caro Cris,
qui fa caldo, ma quel caldo brutto, afoso; io lo patisco troppo.               
Ti ringrazio per avermi messa al corrente di fatti che non conoscevo su Israele. Le tue informazioni mi hanno aiutata a capire un po’ più a fondo la situazione.                                             
Volevo mandarti un enorme “in bocca al lupo” per gli scritti, andrà tutto bene, vedrai.                                                                                
Quando riceverai questa lettera magari avrai già finito e dovrai occuparti “solo” degli orali. Sono sicura di ricevere, prossimamente, notizie positive.  Pensa che fra una ventina di giorni sarà tutto finito.                                                                                                                              
Forza, certamente darai il massimo!
Daniela (che ti sostiene a distanza)

Roma, 7/7/67
Cara Daniela,
la prima botta è passata. Terminati gli scritti. Mi sembra che, tutto sommato, sia andata bene. Questo fine settimana voglio uscire, vedere amici, fare caciara e da lunedì ricomincio a studiare. Intorno al 20 dovrei aver finito tutto e a fine mese saprò i risultati. Non vedo l’ora di terminare.                                                                                       Parlando con Marzio, l’amico con cui farò il viaggio, abbiamo stabilito che la prima tappa sarà Parigi. Partendo da Roma, però, una sosta a Torino ci sta, che ne dici: sarebbe una bella idea incontrarci? Naturalmente se sei a casa in quel periodo e non sei ancora partita per le vacanze. A me farebbe piacere, veramente.                                                                                                          
Ci siamo raccontati attraverso le lettere e mi pare che ci sia intesa sul nostro modo di pensare; potremmo fare un balzo e verificare di persona se questo “feeling” si consolida o no. Io te la butto lì.
Ho parlato di te a Marzio, a lui farebbe piacere fermarsi a Torino, anche perché mi ha detto che ci abitano dei suoi parenti, chissà forse ci possono ospitare.  Pensaci e fammi sapere.                                                                                
Aspetto con impazienza. Ciao                                                                                                                                  
Cris

Beinasco, 13/7/67
Cara Giulia,
che bello sapere che inizi a fare conoscenza e a uscire con delle compagne di corso.                                                                                                         
Ho una notizia da darti… ma ti racconto dall’inizio. Devi sapere che la mia amica Mara mi ha invitata un po’ di giorni a Coazze, lei trascorre quasi tutte le vacanze lì coi nonni. Papà e mamma non hanno fatto storie, così la prima domenica di luglio mi hanno accompagnata e sono rimasti tutto il giorno in compagnia dei genitori di Mara. Lì si stava bene, la notte era fresca, si dormiva addirittura con una copertina. Di giorno poi sempre in giro con gli amici di Mara a passeggiare nei boschi o lungo il Sangone. La nonna non era una noiosona, bastava tornare in orario per pranzo e cena e non rientrare troppo tardi la sera e tutto andava bene. Volevo rincasare la domenica successiva coi parenti di Mara ma, siccome il gruppo di amici aveva organizzato per il martedì una camminata che i locali chiamano pomposamente “la passeggiata dell’amore” che porta alla fontana della Varda, sono ripartita con la corriera il giorno dopo.                                        
Arrivata a casa ho trovato una lettera di Cris, il ragazzo romano di cui mi chiedevi notizie nella scorsa lettera.                                                                   
Devo dirti che mi emoziona raccontartelo, mi ha proposto di incontrarci a Torino, perché poi prosegue il viaggio fino a Parigi e poi continua in giro per l’Europa.                                                                                                             
Io non sto più nella pelle, da una parte sono felicissima, ma dall’altra prevedo complicazioni. Voglio incontrarlo di sicuro, anche se non so come andrà. Attraverso le lettere ci capiamo, c’è accordo, ma se non mi piacesse come persona? Però ho già pensato ad una soluzione: lui viene con un amico e io mi porto un’amica. In quattro la situazione è più gestibile, che ne dici?
Solo voglio chiederti un favore, io ne parlerò alla mamma, ma tu nella prossima lettera che le scriverai cerca di sostenermi.  Devo anche capire quando intende arrivare. Se prima di Ferragosto, ok. Dopo non so, forse partiamo anche noi.                                                                                                
Mm…che batticuore, aspetto consigli!                                                                  
Saluti da una sorella agitata.                                                                                                 
Ciao,
Daniela

Beinasco,18/7/67
Caro Cris,
ancora un ultimo sforzo e poi è finita. Bye bye esami. Sono stata ospite otto giorni da una mia amica che ha una casa a Coazze, ridente paesino di mezza montagna a circa 40 km. da Torino. Mi sono trovata proprio bene perché il clima è diverso rispetto a Beinasco: di giorno sì, faceva caldo, ma senza afa e di notte c’era un bel fresco che ti conciliava il sonno.                                                                                                        
Lì la mia amica ha un bel gruppo di amici, praticamente si ritrovano tutti gli anni nel periodo estivo, e ci siamo divertiti a camminare, ridere, scherzare, cantare. I giorni sono volati via.                                                       
Rientrata a casa ho trovato la tua lettera, e sono rimasta spiazzata e stupita dell’idea che ti è venuta di fermarti a Torino per avere così la possibilità di incontrarci. Diciamo che mi hai presa un po’ alla sprovvista perché, finora, non avevamo mai preso in considerazione un appuntamento. Almeno, io no. Devo dirti, però, che sono piacevolmente sorpresa, perché significa che l’interesse iniziale che avevamo in comune (ricordi? La frequenza in una scuola religiosa) si è molto sviluppato. Abbiamo parlato di cose non banali, scoperto che rispetto a certi argomenti la pensiamo allo stesso modo.
Siamo lontani ma anche vicini. Così credo che incontrarci non può che migliorare la nostra conoscenza.                                                                              
Spero che l’intesa trovata nelle lettere la potremo riscoprire quando ci vedremo e ci guarderemo negli occhi. Sì, mi farà piacere conoscerti di persona, anche se ho un po’ di timore. Non vorrei rovinare ciò che ci siamo conquistati finora.                                                                                    
Sicuramente non andrò in vacanza prima di Ferragosto. Se pensi di passare prima da Torino, ci sarò. Un posto buono per incontrarci potrebbero essere i giardini davanti alla stazione di Porta Nuova, la stazione dove scenderete tu e il tuo amico.                                                       
Ancora tanti “In bocca a lupo” per gli orali!
Daniela 

Bruxelles, 20/7/67
Ciao, Daniela,
Un po’ di giorni fa un compagno di classe, Osman, ragazzo cordiale e vivace, si è accordato con la direttrice per organizzare una festa turca. In effetti abbiamo trovato nella hall della scuola i cartelli di invito e io, naturalmente, ci sono andata. Osman ha messo come sottofondo musiche del suo paese e preparato (o fatto preparare) cibi dolci e salati da mangiare con le mani. Ha appeso fotografie e ci ha raccontato usi e tradizioni della Turchia. Indossava anche un costume tipico.              Ho trascorso un pomeriggio piacevole e interessante. Dovevo capire il suo francese e interagire con la lingua già imparata. È stato un bel momento, in cui abbiamo fatto conoscenza tra di noi, parlando liberamente, senza l’assillo delle regole di grammatica.                                     
La direttrice, vista l’esperienza positiva, ci ha promesso che darà la possibilità, di tanto in tanto, di ripetere l’esperienza delle feste ispirate alle nazioni di provenienza degli allievi. Ma non basta!  Ho conosciuto una ragazza italiana e sabato sera siamo andate a ballare, accompagnate da due studenti dell’università di Lovanio, in un locale, un club privato. Un ambiente un po’ troppo elegante per noi giovani e squattrinati. Anche questa serata è stata molto simpatica. Ad un certo punto mi sono chiesta cosa avrebbe detto papà se mi avesse vista. Ho avuto un attimo di sconforto, poi ho pensato che non dovevo sentirmi imbarazzata, non c’era nessun motivo.                                                                                                              Mi sto ambientando bene, sai. Con questa ragazza e altri compagni abbiamo già progettato di andare a teatro a vedere uno spettacolo di Bertolt Brecht.                                                                                                         Bella iniziativa ha preso il tuo amico romano! Così almeno si smuove qualcosa. Certo che lo devi incontrare! Se sarà una delusione, poco male, non lo rivedrai più. Stai tranquilla, scriverò a mamma per tranquillizzarla. Hai fatto bene a chiedere ad un’amica di venire con te: in quattro credo sia più semplice, per cominciare… Certo se io ero a casa il mio supporto era garantito, ma te la caverai benissimo. È ora anche per te di uscire dal guscio.                                                                       Fammi sapere come evolve la situazione…

Giulia

P.S. Dai un bacione al nostro fratellino Ezio da parte mia e digli di scrivermi

 

 

Roma, 25/7/67

Cara Daniela,

finito! Sono maturo!!! In realtà non ne sono proprio sicuro, ma per la scuola sì e, per ora, tanto mi basta.                                                                            Non sono ancora andato a vedere i risultati, ma sono soddisfatto, dovrebbero essere buoni.                                                                                                 In qualche lettera mi chiedevi cosa pensavo di fare dopo, ora che ho superato gli esami credo che mi iscriverò a biologia.                                    Ora Marzio ed io stiamo progettando con più precisione il viaggio, lui ha contattato i suoi parenti di Torino, che si sono dichiarati disponibili a ospitarci.                                                                                                                         Sono contento che ti faccia piacere questo “rendez-vous”, (hai visto? Comincio a mettere in pratica le mie scarse conoscenze di francese).                Non sono mai stato a Torino, mi farai da cicerone nel centro città? Ci sono dei bei parchi lungo il Po, vero?                                                                               Perché tu possa riconoscermi, mi descrivo: sono abbastanza alto, ho i capelli scuri e ricci e per rendermi ben visibile indosserò una maglietta rossa.                                                                                                                    Abbiamo prenotato i posti sul treno che parte il 7 sera, arriveremo a Torino il mattino dopo. Porteremo gli zaini dai cugini di Marzio e, se ti sta bene, possiamo vederci nel pomeriggio.                                                                Ti lascio il mio numero di telefono sia per conferma, sia in caso di problemi.                                                                                                                      Sono davvero impaziente…                                                                                              Cris

 

Beinasco, 28/7/67

 

Cara Rosanna,

come va? Non ci sono stati problemi con la scuola, vero?  È andato tutto bene di sicuro, una secchiona come te avrà anche una media alta.                       Se tutto va bene potremo finalmente stare insieme un po’ di giorni.  Come saprai, dovremmo arrivare dopo Ferragosto, papà preferisce evitare il grande traffico.                                                                                                        Anche se avremo occasione di parlarne quando saremo insieme, volevo anticiparti che potrò finalmente soddisfare la tua curiosità sul mio amico di penna romano, perché fra pochi giorni lo incontrerò a Torino.                         

Ho avuto un po’ di timore quando l’ho detto a mamma, ma alla fine è andata bene, in quanto non andrò sola ma con un’amica che le ha già garantito che verrà con me.

La prossima puntata te la racconterò a voce. A presto,                                                                                                                    Daniela

 

 

Beinasco, 1/8/67

Caro Cris,

spero che questo biglietto ti arrivi prima della tua partenza.
Volevo solo confermare tutto. Il 6 agosto pensavo comunque di telefonarti per accordarci meglio su dove, come e quando incontrarci.                                         
Allora, arrivederci a presto!                                                                      Daniela 

 

Beinasco, 3/8/67

Cara Giulia,

non si può dire che ti annoi a Bruxelles. Che bello conoscere tanta gente nuova, di sicuro le opportunità che hai là qui a casa te le saresti sognate. Se continui così mi sa che lo studio del francese andrà per le lunghe!                                                            
Devo dirti che è deciso: Cris passerà da Torino e lo incontrerò.
Mi accompagnerà Anna, anche lei parte per le vacanze dopo Ferragosto, viene volentieri a condividere con me questa conoscenza. Abbiamo già parlato molto, tirato fuori i sé, i ma, i però, ipotizzato come potrebbero essere fisicamente Cris e il suo amico, abbiamo anche riso tanto.                                                          
Sono anche soddisfatta di me per come ho gestito la situazione, non ho mai messo in dubbio l’appuntamento; se mamma me l’avesse proibito sarei andata lo stesso.                                                       
Non ti nascondo, però, i timori: conoscendo la mia emotività, come reagirei se questo ragazzo non mi piacesse fisicamente? Sarò in grado di trascorrere il tempo insieme in modo cortese ed educato, oppure si vedrà lontano un chilometro la mia freddezza?
Ci metterò tutto l’impegno per trascorrere un buon pomeriggio; so già che è bruno con i riccioli. Me lo immagino bello come il sole (o quasi) e simpatico. Speriamo!                                                             
Bacioni da tua sorella che non vede l’ora che arrivi l’otto agosto…

Daniela

Autore: Elisa Gallina
Data: 29 mar 2021