RACCONTO EPISTOLARE: UN GENERE ANTIQUATO?
Ancora qualche suggestione...
Il racconto epistolare è costruito tramite lo scambio di lettere dei personaggi. Capita anche che si tratti di lettere che l’autore immagina essere state ritrovate per caso, o inviate direttamente a lui o all’editore. La vicenda si può desumere dal succedersi delle varie lettere, ma possono anche esserci interventi dell’autore per dare spiegazioni sui punti poco chiari, per collegare tra loro le lettere, o raccontare quanto successo tra una lettera e l’altra.
Alcuni famosi esempi del passato:
LE RELAZIONI PERICOLOSE di Pirre Ambroise de Laclos (1782)
Ultimo romanzo settecentesco di genere libertino. I protagonisti sono il visconte di Valmont e Madame de Merteuil, rappresentanti di una figura sociale molto in voga a quel tempo. I due si sfidano nel conquistare una giovane appena entrata in società, e una donna integerrima, sposata con un magistrato. A questo scopo, si scambiano lettere, intessendo intrighi che colpiranno molte persone e rovineranno molte vite. Il romanzo descrive mirabilmente un ambiente aristocratico decadente e privo di valori. Bellissimo anche il film del 1988.
LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS di Ugo Foscolo (1798)
È il primo romanzo epistolare della letteratura italiana, nel quale sono raccolte le lettere che il protagonista, Jacopo Ortis, mandò all’amico Lorenzo Alderani, che dopo il suicidio di Jacopo, le avrebbe date alla stampa corredandole di una presentazione e di una conclusione. La vicenda è ispirata a un fatto reale e a un romanzo simile, I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER di Goethe.
STORIA DI UNA CAPINERA di Giovanni Verga (1871)
Un romanzo epistolare in parte autobiografico: prende spunto, infatti, da una vicenda vissuta in prima persona da Giovanni Verga in età giovanile. L’episodio risale all’estate 1854-1855 quando, in seguito all’epidemia di colera che si era scatenata su Catania, la famiglia Verga si rifugia a Tebidi, una località tra Vizzini e Licodia. Verga, all’epoca quindicenne, si innamora di Rosalia, giovane educanda del monastero di San Sebastiano.
DRACULA di Bram Stoker (1890)
Scritto in forma di stralci di diari e di lettere, Dracula è uno degli ultimi, se non l’ultimo, dei grandi romanzi gotici. La vicenda è narrata sotto forma di una raccolta degli scritti di alcuni dei protagonisti del racconto, che inizia con il giovane avvocato Jonathan Harker, inviato in Transilvania dal suo capo, Peter Hawkins, per curare l’acquisto di un’abitazione a Londra fatto da un nobile transilvano, il Conte Dracula.
UN’ANIMA NON VILE dalla “Trilogia del ritorno” di Fred Uhlman (1979)
Questo breve romanzo (…è Olga che me l’ha ricordato) rappresenta il seguito del più celebre “L’amico ritrovato”. Un altro piccolo gioiello, ve lo consiglio.
È composto da un’unica lunga lettera che Konradin von Hohenfels, membro di una famiglia aristocratica che aveva aderito al nazismo, scrive dal carcere all’amico Franz, ebreo, poco prima di essere giustiziato per aver partecipato a una congiura per uccidere Hitler.
Il genere epistolare, oggi, può sembrare antiquato, nell’era delle mail e di whatsapp.
Di solito, chi lo utilizza ambienta la storia nel passato, quando la lettera scritta su carta era la comunicazione per eccellenza.
Si potrebbero sostituire le lettere vere e proprie con i messaggi digitali, ma ciò comporterebbe uno stile più sintetico e frammentario. Potrebbe essere interessante ma, in questo caso, sarebbe meglio raccordare i messaggi con altre parti narrative.
Alcuni fanno notare che il racconto epistolare classico ci priva dei dialoghi, anche se non è sempre vero, come dimostrano Alice Munro e Fred Hulman.