Categoria: Materiali
Data: 26/12/2020

POLISEMIA E CAMPI SEMANTICI

La polisemia è un altro dei superpoteri del linguaggio poetico.

I poeti usano parole capaci di evocare più di un significato. Fanno interagire campi semantici diversi.



Le pratiche inevase



Signore, a fare data dal mese prossimo

Voglia accettare le mie dimissioni.

E provvedere, se crede, a sostituirmi.

Lascio molto lavoro non compiuto,

Sia per ignavia, sia per difficoltà obiettive.

Dovevo dire qualcosa a qualcuno,

Ma non so più che cosa e a chi: l’ho scordato.

Dovevo anche dare qualcosa,

Una parola saggia, un dono, un bacio;

ho rimandato da un giorno all’altro. Mi scusi,

Provvederò nel poco tempo che resta.

Ho trascurato, temo, clienti di riguardo.

Dovevo visitare

Città lontane, isole, terre deserte;

Le dovrà depennare dal programma

O affidarle alle cure del successore.

Dovevo piantare alberi e non l’ho fatto;

Costruirmi una casa,

Forse non bella, ma conforme a un disegno.

Principalmente, avevo in animo un libro

Meraviglioso, caro signore,

Che avrebbe rivelato molti segreti,

Alleviato dolori e paure,

Sciolto dubbi, donato a molta gente

Il beneficio del pianto e del riso.

Ne troverà traccia nel mio cassetto,

In fondo, tra le pratiche inevase;

Non ho avuto tempo per svolgerla. È peccato,

Sarebbe stata un’opera fondamentale.



(Primo Levi, Ad ora incerta, Garzanti, 1984)



Fingendo il linguaggio burocratico della lettera di dimissioni, Primo Levi allude al suicidio.

Parla di pratiche inevase che hanno a che fare con la sfera esistenziale.

Usa parole polisemiche (Signore, peccato, opera) che possono riferirsi anche a una dimensione religiosa.

I riverberi presenti in ogni parola creano un meccanismo ironico, come se dicesse il contrario di ciò che intende veramente.



La misura del mondo



In matematica non sono brava.
Perdo il conto delle foglie dei rami
e per le stelle ogni volta ricomincio da capo.
Non riesco a misurare il salto delle cavallette
e non so la formula per il perimetro delle nuvole.
Il calcolo di quanta neve sia caduta mi sfugge
e anche di quanta ne possa reggere un filo d’erba.
La somma dei passi per arrivare al mare non mi riesce
e mi chiedo se per il ritorno devo fare una sottrazione.
Ho diviso il numero dei semi per i frutti
il risultato è una nuova foresta e ne avanza qualcuno.
Se moltiplico le giornate di sole per quelle di pioggia
ottengo più di sette stagioni e non so quante settimane.
La matematica mi confonde. Come misura del mondo è strana.
Per quanti conti si facciano qualcosa non torna mai pari.
Due finestre fanno una vista? quattro muri sono una casa?
Noi siamo i nostri centimetri, chili, litri? quanto pesa un segreto?
quanto misura una risata? e l’area del cuore come si calcola?



Azzurra D’Agostino, Poeti in classe (25 poeti per l’infanzia e non solo), Pequod, 2017



Qui interagiscono i due campi semantici della matematica e della natura.

Ma poi scopriamo che D’Agostino parla, in realtà, della natura umana, portandoci in una nuova dimensione: l’immisurabile dell’uomo.

Si può notare come la parola “cuore” – parola rischiosa, soggetta a banalizzazioni – accostata ad “area” – termine matematico, che non penseremmo di inserire in una poesia – si rinnovi e prenda forza.

Quando due concetti diversi entrano in risonanza tra loro può scattare un corto circuito che è poesia.



Nella poesia di Magrelli, invece, s’intersecano guerra, sguardo e fotografia:



Ogni volto fotografato

è un’immagine bellica,

il punto di tangenza

tra l’aereo nemico e la nave nell’attimo che precede l’esplosione. Fermo nell’istantanea,



nel contatto flagrante tra due sguardi immacolato, ripreso

mentre le fiamme covano già

nella fusoliera crescendo



dentro i suoi tratti, vive

soltanto il tempo necessario

a compiere la missione del ricordo.



Valerio Magrelli, Poesie 1980-1992 e altre poesie, Einaudi



Esercizio: Prendere due parole appartenenti a campi semantici diversi e che riguardino la nostra  vita.

Per ciascuna costruire la “nuvola semantica”.

Provare ad associare, incrociare i termini, creando una poesia.